RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Flusso di coscienza Chiudo gli occhi e sogno. Entro nel plancton marino.
Fuori è buio. Siamo solo io e te. Io non ti conosco ancora ma già ti bramo…le tue membra mi chiamano. È un impulso irresistibile, non posso frenarmi, devo farlo. Ti slaccio il nodo della cravatta che butto via. -Dove siamo di preciso?- Non lo so. Non è importante. Siamo nella profondità del mare: una straordinaria Atlantide, una città nascosta, un miraggio, un sogno, un’utopia. -Fatti guardare- ti dico. Come sono i tuoi occhi? Grandi e neri? Piccoli ma lucenti?. Se ora ci penso non lo ricordo più. é stata un’avventura extrasensoriale, non basterebbero le parole più grandi per descriverla. Suoni, colori, profumi si confondono nella mia mente e non mi lasciano la possibilità di esprimermi a pieno. Vorrei liberarmi ma troppi freni mi si pongono davanti. Ricordo…ricordo…ricordo la follia di quella notte, le mille bocche su di me e il sapore salato della tua pelle. -Quanto tempo è passato? Un anno, un mese, un giorno?- Troppe d... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Opera non ancora approvata!
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FUORI DA OGNI RAGIONE Son passati mesi ,giorni e anni e io avrei voluto pensare, che oltre la nostra ragione esistessero ancora tra di noi connubi di parole,legate da un intreccio d'amore.
Ho aspettato eternamente una lettera, e tra le pagine una rosa sbiadita dal tempo. Quello che e` fuori da ogni ragione e'credere di amare ancora, le parole scritte dal cuore, come capitava con il primo amore, tra le righe di pagine bianche un fiore. Emozione antica, dove si assopisce ogni rumore e senti galoppare solo il cuore. Siamo rimasti silenti io e te, nei nostri tormenti, dove sono fuggite grandi occasioni, per dare vita a nuovi amori. Sono appassite le foglie, sono ritornate le stagioni e mai ci siamo ritrovati, ne amati, ne amanti, delle nostre ragioni. Oltre il tempo dell'amore, sfiorite anche le nostre vesti in fiore, adagiate in un baule col profumo di viole, nel ricordo di un bacio fuggito all'amore. Addio mio pensiero, fuori da ogni ragione, trasportato via dal vento in ogni dove. In luoghi senza te... (continua) ![]() ![]() ![]()
Fuoristrada Bisognerebbe chiudere una storia quando si è felici,
quando credi che veramente sei stato bene, quando pensi che quella è la persona giusta... Si lo so è da folli... Ma quando due persone si lasciano entrano in un vortice di retorica, di cose già viste e fatte, parole inutili; pare recitino un copione di una scena rivista troppe volte ormai! Un po' come quei fuoristrada dall'area maestosa quando si impantanano, nel tentativo di andar via accelerano fottendosene della fossa che si stanno scavando sotto i piedi... Sta a te scegliere cosa mettere in quella fossa se i ricordi, l'amore, te stessa o scendere e riempierla di cose nuove! Gaetano Pecoraro... (continua) ![]() ![]() ![]()
Gaia Donzella In un quiescente meriggio di quel ricorrer autunnale; nella via passeggio lento.Indomito leggiadramente vagando, ascolto, e a rivenir mi pento di quei gai giorni di pueril sognare.
Ricordo, sensazione, di più bel miraggio beato mi regalasti,tu, mia eterna luce, che nelle aule rifuggisti il male di colui che tremando teme il suo nome. Ora il divenir del tempo, strappa quel giocondo loco, quell'amara stanza.. Invano, detesto saggia mente e impavido core. Invano,descrivo sogni prestigiatori nella mia essenza imperfetta. E tu principessa, cor dal fil di ferro, vivi,senza ombra d'inganno, ancora, di un immacolata fanciullezza..... (continua) ![]() ![]() ![]()
Galeotto fu quel sabato... ....pioveva a dirotto, ed era anche un triste "sabato del villaggio". Un cielo plumbeo gravava sulle nostre teste. Quel giorno si presentava ancor più triste della mia anima afflitta e assalita da strane percezioni. Avevo scelto un giorno poco adatto ad affrontare un discorso con Roberto. Ero stanca dei suoi fatidici "domani ne parliamo cara". Abitavamo insieme da troppo tempo. Quella nostra convivenza era diventata un sicuro porto di mare per lui. Non ricordo bene se erano già trascorsi i fatidici sette anni di matrimonio. Io mi sentivo comunque una moglie a tutti gli effetti ed avevamo saltato il "primo giorno di nozze senza il velo e senza l'Ave Maria di Schubert che mi accompagnava all'altare". Mi ripeteva che il matrimonio era la "tomba dell'amore" e così si continuava a convivere come lui voleva, evitando sempre di pronunciare la parola "Matrimonio". Ma quella nostra quotidianità era proprio simile al matrimonio, firmato e con... (continua)
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GELOSIA GELOSIA
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GIADA- Prima Parte. Era una mattina, come tante, un noioso lunedì di gennaio, le vacanze erano terminate, e la scuola era ricominciata come sempre.
Il professor Sertini, entrò in classe, con la sua solita andatura, ma non sorrideva affatto, tanto la sua mente era oberata di pensieri. Era un uomo di bell'aspetto, giovanile, e a volte anche gioviale, anche se i suoi studenti, di solito lo trovavano severo. Era un uomo, alto, dai capelli neri, pettinati all'indietro, aveva un fisico atletico, portava gli occhiali, e intorno agli occhi, azzurri, piccole rughe segnavano il suo volto, eppure alcune ragazze lo trovavano attraente. Se ne rendeva conto, dalle risatine e dagli sguardi delle sue allieve, ma non ci faceva mai caso, anzi, cercava sempre di sopprimere sul nascere, certe imbarazzanti situazioni, eppure...due grandi occhi neri, gli si pararono alla mente, come un lampo. Ma non poteva, pensarci in quel momento. Non era opportuno. Aveva una lezione, da portare avanti. Si schiarì la voce, sedendosi diet... (continua) ![]() ![]() ![]()
GIADA- Seconda Parte Giada era in piedi, dietro la porta, una mano, tesa verso il campanello che non osava suonare. L'altra stringeva il quaderno e il libro di italiano. Era una sciocca. Cosa diamine stava facendo? Si sarebbe resa ridicola...eppure, voleva sperare che non sarebbe stato così. Era passata una settimana, da quando aveva parlato col suo vicino, e ora...ora, stava...facendo cosa? Non lo sapeva di preciso. Voleva suonare, ma il coraggio le mancava. In quella settimana, si era sforzata di riprendere, la sua routine, era tornata a scuola, si era buttata sui libri, immergendosi a capofitto nello studio, ma nulla era come prima, e sempre più spesso si era rintanata in casa, ora con una scusa, ora con un'altra, semplicemente, perché non riusciva a fingere che non fosse accaduto niente, e frequentare i soliti amici, soprattutto le dava fastidio, vedere la felicità delle altre coppie. Era una sciocca, a maggior ragione, che stava cominciando a pensare, che era stata ferita più nell'orgoglio, che nel cu... (continua)
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