RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Recondita armonia Eravamo preparati a puntino, per entrare al Teatro Goldoni in una piovosa sera d’inverno della prima metà degli anni settanta!
Il libretto dell’opera, io e mio fratello, lo conoscevamo tutto, grazie alle lezioni che nonno ci aveva impartito nelle settimane precedenti, perché altrimenti l’opera lirica è una noia mortale se non si conoscono gli avvenimenti che si narrano. Così ci aveva cantato e recitato tutte le parti dell’opera, tutti e tre gli atti della “Tosca”. Arrivammo con grande anticipo a teatro, perché, insomma, non avevamo biglietti di platea. Nonno conosceva un po’ di gente nel teatro e, con un biglietto di galleria, o in piedi, si poteva accedeva alla platea. Vestiti di tutto... (continua) ![]() ![]() ![]()
Ri-Sorgere Ci siamo trovati...
con la schiena aderente alla parete curva, umida non bagnata, per me un abbraccio freddo ma sicuro che impediva di cadere nell'acqua al di sotto delle gambe. Solo il piede sinistro tuffava una briciola di pelle in essa, assaggio dell'assenza di calore immaginando la profondità. Tu eri abbracciato alla concavità della parete di fronte a me, eri ancora vestito di tutto punto con scarpe di cuoio fiorentino, al polso brillava un orologio. Avevamo solo la mente come appiglio. Hai ragione tu... sono stata più coraggiosa io a mollare lentamente la presa, ti ho convinto che potevi stare su senza tenerti ai pensieri prodotti dalla sola ragione, abbiamo lasciato che fossero parole, una nuvola di farfalle ci teneva su scollandoci dalle pietre umide, il primo tonfo nell'acqua scura è stato il tuo orologio, ha aperto un varco per il cuoio, per la lana blu tessuta. Ho ragione io... sei stato più coraggioso tu, spogliato dalle paure hai sentito di nuovo le tue mani... (continua) ![]() ![]() ![]()
Ricordi d'infanzia Quanti giorni... mesi ed anni son passati. Seduta qui quest’oggi, a questa scrivania, pensavo a quegli antichi giorni... erano i tempi che sapevano del “poco di tutto” … pochi giochi, niente passeggiate ai parchi... niente viaggi … niente telefonino e di pc, neanche si sapeva l’esistenza.La macchina allora era un lusso e la televisione aveva solo un canale: RAI UNO, e veramente era solo uno,per poche ore trasmetteva e non avevi scelta.
Non c’erano tanti quaderni, ne bastavano due … uno a righi e l’altro a quadri da un lato scrivevi i compiti di grammatica ed i temi e dall'altro appunti di storia e geografia. Quando mettevi il pranzo con la cena …eri contento e già sembrava festa attorno a quella tavola, tanti occhioni luccicanti ...voci confuse di ragazzine allegre e birichine … C’era la zia Anna … voleva sempre lei, quel posto a tavola,con le spalle alla credenza... perché là, diceva tra la porta e la finestra … gli spifferi di vento le danzavano attorno rinfrescando l’aria. Cara... (continua) ![]() ![]() ![]()
Ricordi di infanzia... Era il tempo della strada, il mio tempo...
La strada maestra di vita, la strada delle esperienze, la strada brutta o buona, ma che comunque ti insegnava a vivere o fare qualcosa. Avevo quattordici anni o giù di lì... Passavo gran parte del mio tempo, soprattutto nel periodo estivo, a rimanere seduto sull'uscio del portone di casa. Stavo in attesa ipnotica come fa un serpente a sonagli, innanzi un ignara preda incauta. E proprio innanzi a me vi era tutto un mondo adolescenziale da scoprire... Si trattava di un bel circolo di sedie, che reggevano con non senza allarmanti scricchiolii i sederi di corpulente matrone iblee, con tanto di giovani fanciulle al loro seguito. E proprio questo era il momento più bello e tanto atteso della giornata. L'ora del fresco... Io non dovevo fare altro che attendere pazientemente, ovvero con dovizia certosina, aspettare il fatto che uno spasmo involontario avesse dissipato ogni dubbio sul contenuto intrinseco che vi era celato sotto le giovani... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Opera non ancora approvata!
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Ricordi di un estate passata da una vita il seguente testo è stato scritto come compito scolastico del liceo e la traccia è la seguente: "Hai 45 anni. Ricordati di quell'estate di trent'anni fa, ovvero di quando avevi 15 anni."
il testo non è stato ancora consegnato, prego voi lettori di commentare per aiutarmi a migliorarlo.
Il tramonto diventa sempre più svelto e le giornate calano di ore, le persone che s’incontrano in città sono cambiate, ma soprattutto diminuite. Il ricordo di quei raggi cocenti che fino ad un paio di settimane fa, tanto odiavo, ahi come li rimpiango, e quella spensieratezza estiva, come se l’inverno fosse soltanto un lontano ricordo. Io sono in salotto, seduto su di una poltrona, con le gambe accavallate mentre sorseggio un bicchiere di vino e leggo qualche pagina di un libro, tra un tormento/proposito e l’altro. Sento un rumore, dall’altra parte della casa, ho un attimo di esitazione ... (continua) ![]() ![]() ![]()
RICORDI ELEMENTARI La mia maestra si chiamava Grazia Canu. Anzi, il suo nome era Grazia Dessanay, sposata Canu. Era di Nuoro ed il suo cognome mi piaceva tanto, con quella lettera dell’alfabeto a me sconosciuta che lo rendeva così importante ed aristocratico.
Non so perché, ma a pensarci bene le maestre di quell’epoca avevano tutte il cognome dei mariti, eppure le donne della mia famiglia avevano conservato il loro. Forse perdere il proprio cognome era prerogativa delle classi agiate. Io, quando mi si chiedeva figlia di chi fossi dicevo il nome di mio padre, poi di mia madre ed infine, se ancora non capivano, il nome di mia nonna. Allora capivano, e così presi l’abitudine di dire subito il suo nome. Ecco perché, così piccola, non mi tornava il ragionamento che le donne potessero in qualche modo perdere parte della loro identità. La mia maestra era una donna dal sorriso molto dolce, ma era allo stesso tempo abbastanza severa da farsi ascoltare e seguire senza problemi. ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Riflessione 14 Essere mamma Dicono che io sia forte e coraggiosa,per cui posso affrontare con tranquillità, gli sgambetti che la vita ci fa...
Mi analizzo un poco: No, non mi sento forte, perché le forze fisiche, giorni dopo giorno, mi abbandonano, rendendomi sempre più spesso bisognosa di aiuto. Il coraggio, però, credo che non mi sia mai mancato,per cui, anche oggi, riesco ancora ad affrontare il pericolo e avere ancora desiderio di autonomia, difendendomi dal destino avverso e rimettendomi sempre in gioco. In fondo è il destino delle mamme...e io mi sento soprattutto mamma! Sono nata mamma ,prima di esserlo veramente...sono diventata mamma, quando ho dovuto decidere per me e per i fratelli più piccoli... Allora ero troppo giovane,ma ero responsabile per me e per i bimbi,che mi erano stati affidati. Sono nata mamma, quando ho dato alla luce la mia prima figlia,quando la felicità mi ha fatto scoprire il senso dell'amore... Sono nata mamma, quando le altre nascite hanno riempito la mia vita... Ogniqualvol... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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