Parole in libertà
RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Dalla finestra In una fredda e ventosa mattina, un uomo, sospirando malinconicamente, scrutava fuori dalla finestra.
Quando il vento si placò, apparve un sole potente quanto fulgido che irradiò il giardino, rendendo l'esterno suggestivo e incantevole. Caterina era lì che passeggiava in quella paradisiaca area verde a godersi la piacevolissima giornata. «Diego!» lo chiamò lei con dolcezza, allungando la mano per invitarlo a uscire e a raggiungerla. La sfolgorante mattinata durò poco poiché iniziò a piovere copiosamente. Caterina, incurante, si mise a ballare leggiadra come una farfalla. «Dai, vieni. Cosa stai aspettando?» lo esortò ancora con un maggiore coinvolgimento. Diego sorrise, ma una straziante fitta al cuore e il gomito dolorante incatenato a un anello di metallo attaccato al muro, lo ripiombarono nell'amara realtà. In un rapido flashback rivisse nuovamente gli eventi di quella tragica domenica: il rifiuto di Caterina, la cocente delusione, un grosso sasso con il quale le aveva frac... (continua) Giuseppe Scilipoti 24/05/2019 - 15:22 commenti 9 - Numero letture:979
Il ladro Olé, la piazzo qui, così la lego come si deve. La vecchia, digrignando i denti marci al mio indirizzo, si mette a gridare più volte "Al ladro! Al ladro!" con quanto fiato ha in quel corpo da prugna secca. Mi chino e da sotto il letto della megera, tasto il pavimento con la mano destra.
«È inutile che cerchi, tanto la mattonella è vuota, i miei risparmi li ho fatti sparire» dice la barbogia. «Bingo!» esclamo. Calzo le pantofole a 'sta rimbambita e mi assicuro che la fascia da pettorale non risulti né troppo stretta né troppo lenta. Bene, non mi rimane altro che spingere la sedia a rotelle per portare Sofia nel salone a fare colazione assieme agli altri ospiti della casa di riposo. Nel corridoio incrocio Laura che accompagna una paziente con il girello. «Cacchio, pure stamattina, Sofia, ti ha fatto penare» osserva la mia bella collega notando che ho alcuni graffi sul braccio sinistro. «Non so' Sandokan, io!» le rispondo con accento romanesco, per di più gesticolando all... (continua) Giuseppe Scilipoti 29/05/2019 - 15:57 commenti 9 - Numero letture:993
Aldo Lentamente, molto lentamente, stringendosi nel cappotto e tenendo in mano qualcosa, si avvicina a me col capo abbassato e lo sguardo rabbuiato.
Da quando per forza di causa maggiore le nostre strade hanno preso due direzioni diverse, ci incontriamo una volta all'anno per la solita ricorrenza. Confesso di amarlo ancora pazzamente, pur consapevole che si è sposato con un'altra donna dalla quale ha avuto due figli sani e belli. Sono gelosa? Ebbene sì, però non dovrei perché... no, nemmeno stavolta ce la faccio. Quanto vorrei... sprofondare sotto terra. Ops, che battuta infelice! In questo preciso istante, tra lacrime e singhiozzi, Aldo adagia un mazzo di rose rosse sulla mia tomba.... (continua) Giuseppe Scilipoti 04/06/2019 - 13:04 commenti 9 - Numero letture:979
Zombie Orde di famelici zombie spuntano da ogni dove. Le armi e le trappole riescono a malapena a contenerli, oltretutto risultano sorprendentemente veloci e imprevedibili.
«Li mortacci loro e di chi nun li ammazza!» diceva spesso Walter, fino a quando non è diventato un non morto. Ciò che è rimasto di quel caro amico mio romano è una poltiglia sanguinante sull'erba, in quanto è stato necessario lanciargli addosso una granata. Stamane ho trovato rifugio all'interno di un faro funzionante, sbarrando l'accesso nel migliore dei modi e con la speranza che i militari possano ripulire l'area esterna al più presto. Da quassù osservo centinaia di cadaveri ambulanti che, con quei gemiti lamentosi e versi gutturali, rappresentano la fonte dei miei incubi intrisi di orrore e paranoia. Durante le terrificanti visioni oniriche, mi appare frequentemente il corpo crivellato di pallottole e il volto insanguinato di Gaia, la mia fidanzata. Mai e poi le avrei fatto del male. Dio quanto l'amavo! Immancab... (continua) Giuseppe Scilipoti 15/06/2019 - 09:02 commenti 14 - Numero letture:1035
Il galeone sommerso Una grossa medusa si diresse lungo il ponte principale, i suoi tentacoli lenti e sinuosi le davano la possibilità di destreggiarsi con facilità all'interno del relitto di un galeone dalle dimensioni imponenti. Tra le alghe e il legno marcio, la luce verdastra del celenterato sembrava una lanterna.
Si introdusse per le scale, per poi gradualmente giungere nella stiva, portando riverbero su uno scheletro dalla sbrindellata uniforme blu, indossata da colui che funse da comandante. Nell'ossuta mano stringeva un'antica pistola ad avancarica utilizzata secoli addietro per porre fine alla sua vita. La fluorescente medusa proseguì in direzione di una spartana cabina avente una brandaccia, un tavolo e uno sgabello, seduto sul quale stava un solitario fantasma assorto nel dolore della sconfitta.... (continua) Giuseppe Scilipoti 20/06/2019 - 09:07 commenti 9 - Numero letture:1015
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