Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l'argomento è:

La paura addosso... quando il bullismo fece di me una vittima

Le istruzioni sono:

Immagina o racconta


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Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



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LISTA DELLE SCRITTURE CREATIVE PER GRADIMENTO



Ricordando

Sono certa che ogni persona, soprattutto da bambina/o o in età adolescenziale, sia stata vittima di bullismo e se questo non è accaduto molto probabilmente si trova dall'altra parte della storia, il carnefice.
Quando questo si limita a parole offensive,capita di renderti conto effettivamente del peso di una sola parola se sei dalla parte di chi la riceve, ma se sei la parte che la sputa come fosse un semplice ciao allora credo sia difficile afferrarne il peso. Invece, quando a ciò si aggiungono maltrattamenti fisici allora non possedi la benché minima consapevolezza dei tuoi gesti, da qui cinismo e cattiveria; anche se ahimè diversi studi hanno scoperto come bullo e bisogno d'amore/attenzioni soprattutto da parte del suo nucleo familiare vanno di pari passo, quindi riflettendo così cinici poi non sono, forse hanno finito ogni minima possibilità di riceve quell'amore a cui hanno diritto come ogni persona su questo mondo.
Certo questa è una classificazione molto generica, infatti sa... (continua)

Sara Ciuffreda 01/05/2024 - 18:03
commenti 0 - Numero letture:121

Argomento: La paura addosso... quando il bullismo fece di me una vittima

Voto:
su 1 votanti


Lacrime nascoste dentro

Era un mattino come tanti altri, con il sole che filtrava debolmente attraverso le nuvole, quando la paura si annidò nel mio petto, un ospite indesiderato che decise di restare. Il bullismo, una parola che fino ad allora avevo sentito solo nei discorsi degli adulti o letto sui libri, divenne la mia quotidiana realtà, un abisso che mi inghiottì senza preavviso.

Ero diventato il bersaglio preferito di Luca, un compagno di classe che, per ragioni a me sconosciute, aveva deciso di rendere i miei giorni un inferno. Ogni giorno, come un orologio puntualissimo, le sue parole taglienti come lame mi colpivano, lasciandomi ferite invisibili ma profonde. Le risate dei miei compagni, che facevano eco alle sue parole, erano come sale su queste ferite.

La scuola, un tempo luogo di scoperta e apprendimento, si trasformò in una prigione dalle mura invisibili. I corridoi, un labirinto in cui ogni angolo poteva nascondere un nuovo attacco, un nuovo insulto. L'ombra di Luca si allungava ben oltre i... (continua)


Umberto Palazzolo fischietto 02/05/2024 - 13:19
commenti 1 - Numero letture:114

Argomento: La paura addosso... quando il bullismo fece di me una vittima

Voto:
su 2 votanti


Il dono del cervello

Dopo aver scritto di getto, spesso nelle prime ore del mattino, mi accade di aggiustare le parole. Liberare i testi da inutili fronzoli, migliorarli spero e credo raffinarli. L’ho sempre fatto.
Mentre tutto questo mi assorbiva, non mi sono quasi accorto di essere tornato ai miei 14 anni, a tre piccoli testi scritti al Ginnasio. A tutti e tre avevo dato titoli che iniziavano con “Sei…”.
Come 666, o i sei gradini all’ingresso dell’ateneo dove il demonio quasi ogni mattino mi attendeva.
Non solo, mi sono poi anche reso conto che la Lei protagonista era per me stata il fascino oscuro di una luna nera e tempesta di sensazioni insieme. Una moderna Lilith, insomma.

Danzano freschi
tra i pensieri
i suoi piedi
nudi dentro un rivo,
di lacrime dalla mia mano si disseta
come dalla fonte
un attimo prima di assopirsi la notte.
In silenzio scrivo.
(Sei la colpa da scontare)

Lei fu la colpa da scontare. Frequentava la terza Liceo e rideva tra sé e con quegli amici suoi del mio r... (continua)


Mirko D. Mastro 07/05/2024 - 06:31
commenti 7 - Numero letture:171

Argomento: La paura addosso... quando il bullismo fece di me una vittima

Voto:
su 3 votanti


La mia fortuna che auguro a molti.

Mi ricordo quando ho iniziato la scuola per la prima volta; non avevo mai avuto difficoltà ad andare all'asilo. I miei genitori mi hanno detto che ero un bambino curioso che infastidiva tutti con le sue domande. Nel 1966, durante il terzo anno di scuola elementare, un nuovo insegnante fa il suo ingresso in aula. Il direttore che lo presenta c'informa che ci guiderà durante gli esami di quinta elementare Il nuovo insegnante ha uno sguardo severo e un atteggiamento arrogante. Immediatamente dopo la partenza del direttore, comincia a prendere l'elenco nominativo. Fa l'appello, dobbiamo alzarci in piedi e quando tocca a me, mi sento imbarazzato; lo sguardo scrutatore dall'alto in basso mi mette a disagio, una sensazione simile a quando mi confesso. In quella circostanza, sono stato chiamato per illustrare il programma scolastico che è stato messo in atto nei due anni precedenti.
Percepivo un blocco interno; cercavo di parlare ma ero impedito da balbettii incomprensibili nonostante gli... (continua)

Francesco Rossi 16/05/2024 - 21:13
commenti 3 - Numero letture:73

Argomento: La paura addosso... quando il bullismo fece di me una vittima

Voto:
su 1 votanti


il viaggio

Forse era buio, o forse, pareva buio per colpa di quelle lacrime che, incessanti, scendevano dal piccolo viso, insieme al pianto, urla disperate salivano in cielo.

Lei non ricorda bene, se in quella strada c’era gente, però, ancora è viva, la figura di sua madre che, quasi pregando, le diceva di salire su quel treno, ma la bambina non voleva lasciarla, non voleva andare via con la zia, allora la madre, per intenerirla, pronunciò delle astute parole: guarda! un uomo con le forbici vuole tagliarmi i capelli.
Lo spavento per la piccola, fu cosi grande che, per un attimo, dimenticò il suo dolore e singhiozzando supplicò la madre di tornare a casa:
Vai mamma, vai, torna a casa!
Non avrebbe mai voluto che qualcuno facesse del male al suo unico bene: la mamma

(moltissimo tempo dopo, la bambina ormai donna, capì che era stata solo una bugia,non c’era nessun uomo con le forbici in mano, era solo un’ invenzione, per convincerla ad andare)

La piccola s’arrese, rassegnata, ubbidì, e... (continua)


adriana leonardi 09/02/2011 - 19:22
commenti 2 - Numero letture:1674

Argomento: IL VIAGGIO

Voto:
su 4 votanti



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