Scrittura Creativa

     
 

La scrittura creativa è una palestra di allenamento per chi ama scrivere e vuole sviluppare il "muscolo" della fantasia.
Per dare uno stimolo abbiamo ideato una simpatica competizione. Mensilmente proporremo un tema diverso fornendo le opportune istruzioni.
Questo mese l'argomento è:

Racconto fantasy

Le istruzioni sono:

...i tuoi elementi soprannaturali o magici nell' eterna lotta del Bene contro il Male


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Il miglior racconto sarà premiato con la pubblicazione nella prima pagina del sito per un mese con l'indicazione del vincitore.


 
     



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LISTA DELLE SCRITTURE CREATIVE PER GRADIMENTO



L’uomo era alto e così magro che sembrava sempre di profilo. La sua pelle era scura, le ossa sporgen

UOMO O CAVALLO?
Sono nato in un paese dell’Amiata, alle sue pendici,
è lì che ho visto un umano cavallo, scarnificato, forse consumato.
Al mio paese, Casteldelpiano c’è un ospedale, un giorno molto
attrezzato oggi ridotto a un pronto soccorso, vari laboratori e
ambulatori, dove prima c’erano ricoveri per chirurgia e medicina,
oggi sono ricoveri per anziani e malati di lunga degenza,
è qui che incontrai l’uomo cavallo.
Avevo circa dieci anni, con mia madre andavamo verso casa,
la via più breve era passar davanti l’ospedale.
Lungo le mura dell’ospedale vidi un essere molto alto,
circa due metri, con due zoccoli al posto dei piedi e lunghi peli neri,
le lunghe braccia, erano ricoperte anch’esse da peluria, zoccoli
aveva al posto delle mani, teneva due bastoni legati agli zoccoli per deambulare, si perché non camminava, deambulava.
Ragazzino, mai visto tale spaventosa figura, lo fissavo impaurito.
Aveva una faccia allungata, non proprio come il cavallo, ma... (continua)

GIANCARLO POETA DELL'AMORE 07/05/2016 - 16:32
commenti 7 - Numero letture:2226

Argomento: INCIPIT (inizia il tuo racconto con la descrizione di questo personaggio)

Voto:
su 4 votanti


scatto mortale

Nessuno pensa mai che la morte possa manifestarsi nei momenti e in luoghi più impensabili.
Invece è proprio ciò che mi stava accadendo in quel posto sperduto dalla civiltà, in mezzo ai silenzi del buio, tra i latrati di animali notturni a caccia di una debole preda da assalire.
Jane, la mia bionda e bellissima compagna, era distesa lì, tra le mie braccia, il suo Lodge distava poche decine di metri dal mio, dove tenevo la borsa con l’occorrente per il pronto soccorso.
Ma mi accorsi subito dell’inutilità di tale illuminazione, il battito non c’era ormai più da molto tempo ed i suoi occhi mi guardavano velati, quasi a scusarsi del triste epilogo di una giornata stupenda.
Solo raccontare il nostro incontro ha talmente dell’incredibile che la mia mente lo metabolizza con fatica, comunque trovare una fotografa naturalista in un Lodge a te vicino, nella riserva Masai Mara, in Kenya, in compagnia della sola Jeep e di tanta voglia d’avventura mi è apparso il coronamento dei miei più reco... (continua)

paolo signorini 28/12/2015 - 17:59
commenti 2 - Numero letture:1281

Argomento: UNA CENA PARTICOLARE

Voto:
su 1 votanti


La cena di Amir

Il piccolo Amir, di cinque anni, come ogni cucciolo d’uomo, seguiva la gonna della madre, con l’enorme complessità che può avere un bambino di quell’età.
- Mamma.. mamma! Quando viene papa? - Te l’ho già detto Amir, è ancora presto! – disse Setayesh, subito pentita… per aver utilizzato un tono stizzoso verso il suo bambino.
- Papà torna fra poco, prima che sia troppo buio, vedrai! Affacciati alla finestra… vedi? E’ ancora giorno.
Lo prese in braccio per un poco, affacciati alla piccola finestra, mentre il tramonto dipingeva di rosso le nuvole filiformi.
Setayesh era una giovane donna. S'era sposata a soli sedici anni, molto giovane certo, ma si sentiva fortunata. A lei non era toccata la sorte riservata a tante altre giovani, costrette ad accettare un destino che non prevedeva possibilità di scelte.
Lei, dopotutto, aveva sposato Mahdi, un bravo ragazzo, senza grilli per la testa, solo di qualche anno più di lei. Un onesto lavoratore, capace d'inventarsi sempre qualcosa per sba... (continua)

Francesco Gentile 03/01/2016 - 04:27
commenti 17 - Numero letture:1422

Argomento: UNA CENA PARTICOLARE

Voto:
su 10 votanti


Breve intensità

Non avevo previsto in alcun modo quello che sarebbe accaduto dopo quell'invito a cena tra amici.
La mia vita avrebbe avuto un cambiamento tale da farmi sentire come se fino a quel momento avessi vissuto solo un' attesa.
Come potrei non definire una cena particolare quell'incontro con te, talmente diverso tutto ciò che sentivo fin dal momento in cui mi preparavo.
Sicuramente metto sempre molta attenzione nel sistemarmi prima di uscire ma quella sera era come se in me ci fosse qualcuno che mi suggeriva cosa fare e soprattutto farlo al meglio.
Ed eccomi arrivare forsennata all'appuntamento, come mio solito sempre con quei minuti di ritardo che non sono mai riuscita a sopperire, tranne nel fare la faccia ingenua di chi aveva visto male l'ora!
In un attimo nella strada ci fu la nostra confusione, il gruppetto che si incontrava e si salutava tra abbracci e commenti vari, poi vicino ad una mia amica ho visto te, che già mi guardavi con un'espressione quasi incredula, forse io avevo la st... (continua)

Alyala Regina 07/01/2016 - 18:14
commenti 1 - Numero letture:1079

Argomento: UNA CENA PARTICOLARE

Voto:
su 1 votanti


Affetti collaterali

Il piano era stato organizzato nei minimi dettagli. Robert Coleman, medico e direttore dell’Upstate Medical University, non voleva lasciare niente di intentato, con il padre erano ai ferri corti ed era già un miracolo che avesse accettato l’invito a cena per quella sera al Rachel’s Restaurant. In realtà aveva qualcosa di importante da dirgli ma voleva aspettare la fine della cena, giusto il tempo per fargli godere le pietanze e per addolcire l’ultimo boccone amaro della serata. Arthur Coleman, illustre avvocato di New York, posò i suoi novantasette chili sulla sedia alle ventuno in punto, mentre il figlio era in ritardo. “E’ sempre il solito…” disse guardando il rolex d’oro. Un cameriere zelante gli versò del vino. Robert entrò in sala passandosi una mano fra i folti capelli e si accomodò al tavolo dell’avvocato. “Hai visto? Stavolta ho spaccato il minuto!” disse, passandosi nuovamente la mano fra i capelli. “Veramente sei in ritardo di 5 minuti”, ribattè il padre, “spero tu abbia qual... (continua)

Seby Flavio Gulisano 18/01/2016 - 16:59
commenti 11 - Numero letture:1369

Argomento: LA RESA DEI CONTI

Voto:
su 5 votanti



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