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La maga nelle spire

Il fascino della Libreria Nuova di Corso Amedeo era tutto nelle capacità della libraia che si aggirava tra montagne di scaffali pieni di libri che sembravano più il frutto di uno sgombero che una disposizione realizzata col manuale dell'ISBN. Le pile di volumi, ammucchiate senza apparente ordine, si ergevano come piccole eppure maestose scogliere di carta, creando un labirinto di storie da percorrere con l'istinto più che con la razionalità. Tra quelle pareti cartacee, ogni lettore diventava un esploratore, e la libraia, la maga dei libri, un'imperturbabile guida che pareva conoscerne ogni singola pagina.
Quando chiedevi il volume che cercavi, la maga dei libri assumeva l'aria assorta di chi sta pensando intensamente a cosa avesse mangiato due giorni prima, come se il pensiero del piatto che l’aveva nutrita fosse la chiave per accedere alla memoria infinita degli scritti. La sua espressione svaniva nel vuoto per un istante, e tu, ignaro, ti chiedevi se fosse davvero in grado di ricordare dove avesse messo quel libro che avevi chiesto. In quel momento, l’attesa diventava pesante e carica di aspettativa, quasi surreale.
Immaginavi allora che la ricerca sarebbe stata infruttuosa, che quel labirinto di tomi ingombranti avrebbe avuto la meglio, proprio come un campo di battaglia dove la guerra tra lettori e libri finisce sempre con una sconfitta temporanea. Le parole "Niente da fare" parevano già formarsi sulle tue labbra, mentre la libreria la avvolgeva, come la piazza del Campo a Siena il giorno dell'Assunta, gremita di folla, confusa, chiassosa, ma mai davvero vuota di possibilità.
Poi, come se nulla fosse, la maga risorgeva tra le ombre delle sue montagne di carta, con un sorriso che sfiorava la saggezza di chi ha visto il mondo trasformarsi mille volte in una singola pagina. Dopo pochi istanti di ricerca, riemergeva dall’oscurità dei libri con due volumi in mano.
"Vuoi l'edizione economica o quella rilegata?" ti chiedeva con una calma imperturbabile, come se la domanda fosse l’atto finale di una lunga e ordinata meditazione, piuttosto che una domanda casuale tra un mare di titoli e copertine dimenticate.
Tu rimanevi senza parole, per un istante. Non solo perché il libro che avevi cercato con tanto impegno appariva magicamente nelle sue mani, ma anche per la strana certezza che il caos che ti circondava, quella confusione apparentemente ingestibile, fosse in realtà un ordine perfetto, un ordine che solo lei riusciva a vedere. La libreria, e soprattutto la sua padrona, incarnavano una sorta di paradosso: un disordine totale che dava vita a una forma di ordine invisibile, che solo gli occhi giusti – quelli di una maga dei libri – potevano cogliere.
In quel preciso momento, ti rendevi conto che la Libreria Nuova non era solo un luogo dove i libri venivano venduti, ma una sorta di rifugio per chi, come te, sapeva che la vera ricerca non riguardava il semplice trovare il volume giusto, ma il viaggio attraverso il caos in cerca di qualcosa che sarebbe arrivato solo quando meno te lo aspettavi.
"Rilegato, grazie," rispondevi, mentre pensavi che in fondo, ogni viaggio in quella libreria, per quanto disordinato, non fosse mai davvero inutile. Anche nel caos, esisteva sempre un piccolo miracolo pronto ad accoglierti.



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Racconto scritto il 24/03/2025 - 08:41
Da Glauco Ballantini
Letta n.44 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Bellissimo racconto. Come tutti i tuoi, del resto.
Frequento la libreria Acqua Alta a Venezia.
E ti assicuro che è esattamente come nel tuo racconto.
Un saluto

Loris Marcato 25/03/2025 - 07:32

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È dal caos che si forma l'ordine ed ognuno nel suo caos ha sempre un ordine interno. Atmosfera delle più belle per me, che amo così tanto i libri.

Anna Cenni 24/03/2025 - 20:04

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Un bellissimo racconto molto ben descritto nel suo caos/ordine che solo la maga dei libri sapeva cogliere.
Molto apprezzato.

Maria Luisa Bandiera 24/03/2025 - 15:39

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