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In banca

Era una noiosa e tediosa mattina in uno degli uffici di una banca di Milano. I clienti erano relativamente pochi, e le varie scartoffie da espletare non risultavano impegnative. Il signor Guido, l’impiegato più anziano, quel giorno si sentiva particolarmente euforico e si alzò dalla scrivania con il chiaro scopo di ravvivare l’atmosfera.
Coinvolse fin da subito un gruppo di colleghi che con la scusa del caffè si raccolsero accanto a lui anche se in verità si cimentava sempre con le medesime battute, barzellette, freddure e aneddoti divertenti fritti e rifritti migliaia di volte. Ai compagni di lavoro non importava, gli volevano un gran bene e lo ascoltavano con genuina simpatia.
Tutti, tranne uno: il dottor Arnoldo Vizzini, il direttore della banca, un uomo rigoroso ed esigente, che mal sopportava lo spirito goliardico e ripetitivo del signor Guido.
Vizzini, inizialmente da dietro la porta semichiusa del suo ufficio, stese ad origliare, per poi spalancare la porta col chiaro scopo di dirigersi verso il gruppo di impiegati che facevano comunella.
«La Spada, sono trent’anni che propina sempre le stesse cose! Mamma mia che palloso!» osservò scuotendo la testa.
«Ma non si stanca mai? Sempre pasta e fagioli, pasta e fagioli, pasta e fagioli…» soggiunse ancora il direttore con aria infastidita.
Il signor Guido non si scompose e per la prima volta azzardò una battuta diretta proprio al suo superiore tra l’altro ritenendo perfetta l’occasione.
«Mi scusi direttore, se è per questo da trent’anni a questa parte anche lei è sempre lo stesso. Eppure non mi sono mai lamentato!»
I colleghi risero all’unisono e per di più ci fu un caloroso applauso.
«Lei, lei… è sempre il solito. Appunto!» si limitò a dire il dottor Vizzini roteando gli occhi in quanto non seppe come tenergli testa.
E infine a capo basso si avviò verso il distributore automatico.
«L’hai steso alla grande!» esultò con aria complice Margherita De Salvo, una delle ragioniere della banca.
«Beh, perlomeno chiudo in bellezza!» gli disse sorridendo l’attempato “battutaro” e tornò al suo posto visibilmente soddisfatto.
«Da domani sarò in pensione e tanti saluti al caro direttore!» pensò il signor Guido La Spada con espressione satolla e compiaciuto di sé stesso di essersi preso una sana soddisfazione.



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Racconto scritto il 26/01/2017 - 21:20
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.1073 volte.
Voto:
su 9 votanti


Commenti


Allora... sono anch'io una bella persona. Io e il signor Guido, visto che il racconto è ambientato in una banca, "incassiamo" il tuo complimento.
Mary, io e il signor Guido abbiamo qualcosa in comune, con la sola differenza che le mie battute non sono sempre le stesse, al massimo le ripropongo di tanto in tanto.
Riguardo il post da te menzionato e dai cui ne immagini un simpatico scenario, ti prego di aggiungere un paio di mie colleghe che mi stanno sul ca... vabbé, non voglio essere volgare, facciamo che mi stanno sopra il mio sventrapapere. Eh sì, da prendere e da gettare in una discarica. Altro che sassolini!!!

Giuseppe Scilipoti 08/06/2023 - 23:42

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I sassolini dalle scarpe via.
L' altro giorno ho letto un post su una discarica, di quanto la gente si lamenta di uno che lavora lì.
Immagino il signor Guido che arriva con il suo francesismo e inizia a dirgli su di tutto!
Bravo e simpatico,

Mary L 08/06/2023 - 22:12

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Sono belle le persone allegre il signor Guido ha fatto bene a dire ciò che pensava, le persone sono sempre uguali, pensa poi se sono antipatiche ha finito in bellezza il suo lavoro direi una bella rivincita

Mary L 08/06/2023 - 22:09

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Mah, io non lo vedo come un vizio. I tre puntini li suo spesso, servono per dare delle giuste pause al discorso. Il testo deve avere una sua musicalità e, come nel pentagramma, le pause si scrivono. Così come trovo giusto scrivere gli Uhm, Ehm, Uh!, eccetera. Quando parliamo emettiamo anche dei suoni, non ci esprimiamo come un computer. Ciao!

Seby Flavio Gulisano 01/05/2019 - 10:06

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Ciao Seby, grazie che mi hai segnalato il refuso.
Anche questo racconto assieme a "Ermanno" fa parte della collana racconti "minori" ma non perchè brevi e di veloce lettura.
Questo però l'ho scrissi da più grandicello, circa quattro anni fa. :D
All'"epoca" o comunque nei racconti da sotto un gradino avevo la mania dei tre puntini, un vizio che mi sono tolto, utilizzandoli al massimo rarissamente e quando realmente servono.
Grazie sempre!

Giuseppe Scilipoti 30/04/2019 - 23:07

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Giuse', ti segnalo un errore che ho notato. Invece di "stese" devi correggere con "stette". Il racconto lo metto un gradino sotto i tuoi capolavori. Ciao!

Seby Flavio Gulisano 30/04/2019 - 21:01

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Grazie come sempre cara Santa.
Guarda, penso, sia il sogno di tutti, ovvero di immaginare l'ultimo giorno di lavoro e prima di andare in pensione, beh...levarsi qualche sassolino dalle scarpe con qualche frase mirata e d'effetto.
Il signor Guido non è certo Fantozzi, ma i capi seriosi, severi o nel peggiore dei casi distopici da un lato garantiscono ordine e disciplina ma da un'altro lato le giornate potrebbero apparire pesanti e stressanti.
In conclusione: E vai signor Guido!!!

Giuseppe Scilipoti 05/01/2019 - 18:13

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Per i dipendenti...anche quelli a dispendio fisso togliersi i sassi dalle scarpe l'ultimo giorno di lavoro è una vera goduria.Bellissimo spaccato di vita.....se ti va leggi il mio 'un bel dì vedremo'...ciaoooooo!

santa scardino 05/01/2019 - 15:58

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Grazie Marirosa il mio racconto è un testo veloce mirato principalmente un po' a far sorridere. Sei sempre molto gentile e ti ringrazio sentitamente. Commenterò appena posso anche altri tuoi racconti o poesie. Esterno il grazie anche a Loris e a Giulia. Auguro a tutti una lieta e serena Domenica.

Giuseppe Scilipoti 29/01/2017 - 12:01

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Si legge molto bene ed è spiritoso al punto giusto, un ottimo racconto da 5*!!!!
Grazie di aver letto e commentato i miei lavori, e sono molto contenta che ti sia piaciuto anche il fantasy. Ancora complimenti per il racconto, e buona serata!!!

Marirosa Tomaselli 28/01/2017 - 20:36

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Stavo navigando nella sezione racconti e mi è balzato agli occhi il tuo senza commenti o voto, ma io ricordavo di averlo commentato e votato. Ho pensato che non fosse andato a buon fine per problemi di rete, per cui l'ho commentato di nuovo.

Giulia Bellucci 27/01/2017 - 16:43

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Cavolo, se ci penso ho ancora qualche anno d'attesa per togliermi qualche sassolino. Ma forse lo farò lo stesso! Bello e divertente, ma non solo...
Ciao Giuseppe.

Loris Marcato 27/01/2017 - 16:36

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Ti ringrazio per il tuo centrato commento, attraverso un pò di umorismo era appunto ciò che volevo rappresentare.
Questo racconto pur essendo finzione, ammetto che mi è capitato di ritrovarmi nei panni del signor Guido e ho agito di conseguenza. Grazie ancora e buon pomeriggio

Giuseppe Scilipoti 27/01/2017 - 15:50

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Alla fine la rivincita bisogna prendersela. A volte, per fortuna non sempre, chi so sente intoccabile perché più forte, come il direttore, pensa di potersi prendere ogni libertà
Prima o poi qualcuno risponderà per le rima ed allora gli arroganti ci restano male.

Giulia Bellucci 27/01/2017 - 15:05

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