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Il lavoro dignitoso per tutti

Al giorno d’oggi trovare un lavoro dignitoso, soprattutto al sud Italia, è diventato un terno al lotto. Bisogna essere super specializzati, essere giovani, e soprattutto: essere “super raccomandati.”
Per un lavoro che magari non vale quattro spiccioli, si fa a gara per ricoprire quella determinata posizione. I poveri giovani e meno giovani, intenti costantemente alla ricerca di un lavoro, se pur non dei loro sogni, ma almeno dignitoso, sono continuamente ingannati, burlati e offesi. Colloqui di lavoro con gente che non sa nemmeno come fa a ricoprire il ruolo che il quel momento ricopre. Spesse volte sono “ignoranti con la i maiuscola.”
Basta accendere la televisione, per subire le tante promesse e lusinghe della classe politica, per poi trovarsi con un pugno di mosche in mano, vittime di far parte di una realtà dove regnano solo “corrotti e corruttori.” E’ sempre stato cosi, già dai tempi dei nostri genitori. Anche ai tempi di Totò funzionava così: chi ha i Santi va in paradiso. Oppure, come si direbbe a Napoli: Chi tène cchiù povere spara. Una domanda a questo punto sorge spontanea: i tanti anni di studio? L’università? I sacrifici?
Tutto ciò non viene valorizzato in una società che non è mai cambiata. Una società vecchia, in cui come è sempre successo, a dividersi la torta sono sempre gli stessi. Dove anche per avere un posto di lavoro in cui basterebbe una quinta elementare serale, devi avere amicizie “politiche e sindacali.”
Per non parlare poi dei concorsi pubblici: lo schifo più grande. Concorsi in cui buona parte dei posti sono assegnati; dove già c’è un elenco di persone che deve entrare: i raccomandati. Quelli che hanno messo mano alla tasca, o i “lecca sedere” di sindacati e politici. Questi ultimi, che si fanno chiamare anche signori, sono i più vermi dei vermi. Persone che pur di avanzare, per prendersi la fetta di torta migliore, sarebbero capaci di vendersi le loro mamme. Tutto a discapito della loro dignità, del principio personale. I corrotti e corruttori, che vanno avanti così da sempre, senza che nessuno impedisca questo marcio sistema di esistere.
Questo è il motivo per cui tanti giovani e meno giovani, emigrano al nord Italia o in altre nazioni. Con tanto amaro in bocca, se ne vanno da dove sono cresciuti, perché traditi da chi invece dovrebbe tutelarli. Poi ci sono altri, altrettanto forti e coraggiosi, che rimangono al sud, cercando di lottare per quel poco di pulito che ancora credono che ci sia, desiderosi che i loro sforzi prima o poi vadano a buon fine.
Cosa possiamo augurare alle nuove generazioni?
Auguriamo loro di non abbassare mai la testa, e di denunciare. Auguriamo loro di non smettere mai di impegnarsi; di essere curiosi ed investire sulla cultura: solo così potranno combattere le tante ingiustizie che dilagano nel mondo.



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Racconto scritto il 12/01/2025 - 18:52
Da Michele Acanfora
Letta n.18 volte.
Voto:
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Commenti


Condivido pienamente... purtroppo ne so qualcosa...

Anna Rossi 14/01/2025 - 05:55

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