Parole in libertà
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6. Particolarità sugli aggettiviAttenzione alla misura ed al gusto dell'uso degli aggettivi (il Panzini ha definito il vizio moderno dell'uso degli aggettivi come "l'aggettivite".A parte questo c bene imparare l'suo corretto ed in questo caso solo la grammatica può venire in aiuto. Il superlativo assoluto si forma con un suffisso che normalmente è "issimo". Se l'i finale è atona si fonde con l'iniziale del suffisso (proprissimo), se tonica si conserva (piissimo). Con alcuni aggettivi come acre, misero, integro, celebre e salubre, si adopera il suffisso - errimo (acerrimo, miserrimo) ma per taluni di questi anche l'altro (miserissimo, salubrissimo) Il superlativo assoluto si può formare anche con il prefisso - arci (arcicontento) o - stra (strapieno). Sei aggettivi (buono, cattivo, grande, piccolo, alto, basso) accanto alla forma regolare del comparativo di maggioranza e del superlativo assoluto, hanno anche una forma irregolare, con tema diverso da quello del positivo: - Buono, migliore, ottimo - Cattivo, peggiore, pessimo - Grande, maggiore, massimo - Piccolo, minore, minimo - Alto, superiore, sommo o supremo - Basso, inferiore, minimo Gli aggettivi in - co, se bisillabi fanno il plurale in - chi (bianco = bianchi) ma greco fa greci, come il sostantivo. Gli sdruccioli in - ico fanno il plurale in - ci (cattolico = cattolici); altri invece fanno - chi (pudico = pudichi). Nel dubbio è sempre meglio consultare il dizionario. Gli aggettivi (molto usati) "bello", "buono" e "santo" al singolare si elidono davanti a consonante che non sia s impura (bel cavallo, buon viaggio, San Paolo). Davanti a vocale "bello" si elide (bell'uomo). Nel plurale fa bei davanti a consonante (bei fanciulli), ma dinanzi a a vocale, a s impura, a gn, pn, ps, sc, x e z, fa begli (begli animali, begli specchi). Dopo il nome si usano le forme bello, belli (uomo bello, uomini belli). Nelle locuzioni come bello e morto, bello e spacciato, si può seguire la regola dell'elisione dinanzi a vocale (bell'e morto - bell'e spacciato). Gli aggettivi impropri, detti cosè perché propriamente sono nomi, come rosa, arancione, marrone, nocciola, tutti indicanti colori, sono invariabili (un vestito rosa, una cravatta arancione, ecc ...). La forma non cambia quando le si accompagna a colore (con, o senza, di). |
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