Suggerimenti

     
 

7. Gli errori comuni sui pronomi

Un errore in cui incorrono in tanti: "ce l'ho detto" invece di "glie'ho detto".

Oppure c'è l'errore contrario: "non fargliela" invece di "non farcela" e "non gliela faccio" invece di "non ce la faccio".

Gli, pronome personale maschile, vale "a lui" (complemento di termine). "Io gli regalerò un libro" o "dagli questo libro". Tuttavia oggi è comune usare gli con il valore di - a loro.

Esempio: "Ho incontrato Arturo e Claudio e gli ho dato ..." oppure "se ti chiedono dei soldi non gli dare niente" invece di "ho dato loro".

Diversi scrittori usano "- gli" con il valore di " - a loro" per rendere più scorrevole il discorso, e forse ci riescono, ma il suggerimento è quello di evitare tale forma errata.

Un errore alquanto comune è quello di usare nel linguaggio parlato la forma di "- gli" invece di "- le". Vedi "se scrivi ad Elena digli che la ricordo" invece di "..dille che la ricordo".

Parlando di animali o di cose è meglio usare "- che" invece che "il quale": vedi "tirò le redini al cavallo che si fermò" (meno bene: "il quale si fermò").

Un errore grossolano è la collocazione di "che" senza tener conto della legge fondamentale che vuole il pronome relativo più vicino possibile al nome cui si riferisce. Possono derivare amenità del tipo "ho visto un bambino sul tram che piangeva" oppure "ho incontrato Teresa col suo cagnolino che mi ha salutato".

Non è errato l'uso popolare di "che" per "nel quale" o "in cui", con valore di tempo. "La notte che morì mio zio", "l'ultima volta che l'ho visto".

E' errore dare a "cui" quel significato neutro che a volte si dà al pronome "che" (nel senso di "la qual cosa"). Vedi: "Non s'era sposato, per cui si rammaricava molto" invece di "Non s'era sposato, perciò si rammaricava molto" oppure "non s'era sposato, del che si rammaricava molto".

Attenzione all'uso di "chiunque". E' errato dire "Chiunque che arrivi, avvertimi" invece di "qualunque persona che arrivi, avvertimi".

E' errato anche dire: "Vado con chi vai tu e imparo da chi tu impari". Il "chi" misto si ammette solo quando il relativo che esso comprende non ha davanti a sé l'idea della preposizione. Si può dire quindi: "Chi (colui che) troppo vuole, nulla stringe" oppure "vado da chi tu sai (da quella persona che tu sai) ma dobbiamo fermarci davanti al secondo "con": "vado con colui, col quale vai tu" e al secondo "da" ..."...e imparo da clui dal quale tu impari".

 
     
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