Vieni a me
senza alcuna paura
né nessuna parola,
senza odiati rimorsi
o velate barriere.
Vieni in me
in un regno sognato
ma mai vissuto,
con celestiale passo
della sola anima,
oltre le fragilità del corpo
e gl’indubbi del cosmo.
senza alcuna paura
né nessuna parola,
senza odiati rimorsi
o velate barriere.
Vieni in me
in un regno sognato
ma mai vissuto,
con celestiale passo
della sola anima,
oltre le fragilità del corpo
e gl’indubbi del cosmo.
Vieni
tra il caldo manto della notte
e l’enigma che mai t’ha spogliato,
dal silenzio che qua si fa canto
all’ardore in te mal nutrito.
Vieni per me
e danza tutto l’inferno
che hai mai liberato,
con l’innocenza degl’occhi
e l’inerme bellezza
spazzando via lo specchio di crudeltà
che implacabile ti affligge.
E vieni senza riflessi
quando la fine è solo l’inizio
e l’inizio non avrà più fine,
ove il tempo non esiste
e lacrime saranno vaghi ricordi
al cospetto di risa immorali,
nelle quali dileguarci possiamo
con nebbie d’ogni vergine era.
Vieni nuda dai dogmi del creato;
siedi ove il buio ti è luce,
ove l’atomo ti è immenso.
E l’immortalità discesa
sarà l’alba eterna
a cui non potremo
mai più scaldarci.
Opera scritta il 07/10/2014 - 23:44
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