Inizio


Autori ed Opere


Ultime pubblicazioni

Suoni muti...
Aporia...
L'ultima notte d'amo...
Natale...
Canto di maria a Ges...
Notte in vino...
Eirene e Libertas...
Inventò il mondo...
Le nevi del Tibet...
SALAM - SHALOM - MIR...
Bianco e Nero...
Senza che...
Nel suo giorno festo...
Donna...
La realtà può esser ...
Tra le mani...
Umarell di Anna C. ...
Adagio ma non tanto...
UNA VITA SENZA STILE...
Saskia...
Corri bambino corri ...
Impronte...
Mi giunge...
IL LIBRO DEL ...
5 macchiette di Anna...
Luce...
LE PATURNIE DEL GREE...
D’aurora e di tramon...
Mi ricordo...
Le lenzuola ruvide d...
Lo sciopero di Babbo...
Il mio cielo a Dicem...
AL BUE...
Bhooo. STOP...
Sotto il cielo di di...
Fuorviati Per...
L' IGNORANZA...
In cammino...
Si fan d'albore, tra...
Dicembre tra confusi...
Ho incontrato Dio...
L'origine nascosta...
Così parlò Zarathust...
Azzurro e d\'intorni...
HAIKU 47...
Sognare per vivere...
Dietro le quinte...
Non è poesia nella f...
TRA RICORDI E ...
Come foglia d'autunn...
Per darmi alla luce...
Natale sta per arri...
Dialogo tra un padre...
L'albero di Natale...
A Natale ogni fiocco...
Momenti di paese...
L'URLO DELLA TERRA...
Vuoto...
La dolcezza è la car...
L'unico errore...
PROFUMI CHE MUOI...
Quella volta che non...
Il regalo di Natale...
Il marinaio pazzo...
Alfabeti...
Una fine inevitabile...
Rammentando...
Letizia che non v'è ...
NEL VENTO...
LA GENTE NON LEGGE P...
...avrai perduto...
Senza dire...
Pensieri oltre le nu...
Il cacciatore di tal...
L\'eterno...
Natale alle porte...
Dove si fa lago, il ...
L' IRREALE E LA ...
Quando mi innamorerò...
Morbido...
E tu sei qui...
Pioggia...
Arte Campanaria...
Gospel...
Il corpo e l'anima...
Maria...
Poussoir...
LIBERACI DAL P...
Maggiore armonia...
Vegliare...
Ho visto il bene e i...
Il destino dei vinti...
La donna del foglio...
I FOCOLAI DI GUERRA ...
ODE PER LE MAD...
I cieli...
Emotivo è colui che ...
Sì tu ( sei tu)...
Il bocciolo di rosa...
A SPRAZZI...

Legenda
= Poesia
= Racconto
= Aforisma
= Scrittura Creativa


Siti Amici


martiniadriano.xoom.it lecasedeipoeti.blogspot.com



Umarell di Anna C. e Mirko D. M.

Leggeva il giornale del giorno prima sulla sua poltrona il Tancredi, mentre la Tanzia preparava gli stivali di gomma per andare a far castagne con quelli del coro di Castagneto.
Nelle sue pantofole, in vestaglia lui a un tratto "Che dici, Anzina, se vado via per un po'...".
"Fai pure" e intanto borbottava "ricordati la Magnesia, la San Pellegrino nello stipetto non quelle sottomarche che prendono quelli che conosci tu. Vai con qualcuno?"
Aveva capito solo stipetto e qualcuno, il Tancredi "Pensavo di chiedere a Pellegrino".
Borbottando più in fretta, capacità che l'uomo col naso nelle notizie d'attualità non era mai riuscito a comprendere nei 55 anni di matrimonio "Quello del cinema Perla, bella roba... Fatti tuoi. Ah, poi non scordare il cambio del pannolone. E il criceto".
Nel giornale si diceva che a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza dove il Tancredi aveva lavorato tutta la vita per un impresario del posto il Signor Milvio Abbraccioni, stavano ingaggiando pensionati per sorvegliare i cantieri.
Fu così che Tancredi iniziò a far bagagli “Starò una settimana e andrò a dormire da Paltroniero, che è tanto che non lo vedo. Chissà se ha ancora la sala da ballo alla boccifila…”.
Prese il telefono ma cominciò ad ondeggiare "Oh, un colpo di vertigine". Invece era il terremoto, tipo un solo botto e via! L'idea allora gli venne, di prendere la moto ma Tanzia con le mani ai fianchi “Non ci pensar nemmeno: non senti, vedi poco… e dove vai a farla ogni mezz'ora, lungo i fossi?".
"Dimentichi che uso il pannolone, vado diretto in men di un' ora".
Così di notte, tanto non ci vedeva, zaino in spalla sopra la rombante vespa verde Tancredi partì.
Tanzia piangeva, già lo vedeva al cimitero.
All'alba i due ultra settantenni -si, perché Pellegrino stava al Perla solo per una cotta per Clara – arrivarono a Villasanta. Nessuno era in giro, solo un bar pareva aperto. Pellegrino con un gran male alle natiche “Ci facciamo un goccetto?”. Ma il Tancredi “Fai pure, io metto miscela al vespone”.
Non fu difficile trovare il municipio, era bastato seguire la fila infinita: il comune aveva indetto una selezione e c’era un fiume di persone, ognuno con una professione e un'esperienza alle spalle. C'erano ex falegnami, idraulici, elettricisti tutti scelti per le loro capacità di visionare gli operai nei cantieri. A Pellegrino non andò bene nonostante le sue indubbie competenze come osservatore e scorritore di tende, prese il treno e salutando l'amico dal finestrino gli disse solo "Tu, fai pure".
Tancredi invece venne subito assunto grazie ai suoi 35 anni come sniffer di carta igienica, certo ai suoi tempi non si usava l'inglese e si diceva annusatore. Il Comune lo aveva voluto per quelle leggi per la sicurezza sul lavoro, lui che vantava un olfatto molto sviluppato oltre all'attenzione ai dettagli e una grande capacità di lavorare in ambienti industriali.
Trascorsa la settimana tornò come era venuto e davanti casa scendendo dalla vespa si sentì sfiorare la guancia, come se il marciapiedi lo accarezzasse: aveva scordato il cavalletto.
Appena entrò in casa, un odore di barbabietole lo accolse…


Non appena entrò, una risata tanto forte che le protesi alle orecchie saltaron via e chissà per dove!
Un bar aperto, risata da gaglioffo, ma deserto. Nessuno intorno. Di nuovo si sentì ondeggiare, forse una vertigine. Ma no, si disse, il bar si sollevava. Dalla finestra vide allora le cime degli alberi, i tetti delle case e dopo uno scossone gli parve di atterrare su... su un cantiere!? Un buco nero tutto recintato, e un cartello con su scritto Per gli umarell: posizionarsi sul trenino a lato del cantiere che così guardate e non parlate, farete giri dei cantieri.
Ma nel vagone Tancredi vide solo sagome di cartone… chi rideva, chi piangeva, uno anche faceva bolle di sapone. "Ma, ma" si disse piano "dove son mai capitato?”.
Stava accanto a quello delle bolle, tutto marrone e con le scarpe rotte. Uno scossone, e via col vento in poppa; il treno filava sulla terra che aveva buchi come groviera, ma di operai nemmeno l'ombra.


"Cosa mai sta succedendo… ecco, di nuovo un attacco al cuore. Adesso muoio, da solo. Qui dentro una bolla!".
“Ma cosa sbiascichi” Tanzia con la pentola delle barbabietole “stai via una settimana, torni e ti metti a dormire sul water. Ti svegli, e straparli?! Fai, fai pure…”.




(Le giornate del Tancredi in pensione)




Share |


Racconto scritto il 23/12/2024 - 05:49
Da Mirko D. Mastro
Letta n.64 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Ilarità e maestria connotano questo racconto, dove al "povero" Tancredi ne accadono di tutti i colori. Molto Bravi, complimenti

Francesco Scolaro 24/12/2024 - 10:17

--------------------------------------


Inserisci il tuo commento

Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.



Area Privata
Nome :

Password :


Hai perso la password?