Umarell di Anna C. e Mirko D. M.
Nelle sue pantofole, in vestaglia lui a un tratto "Che dici, Anzina, se vado via per un po'...".
"Fai pure" e intanto borbottava "ricordati la Magnesia, la San Pellegrino nello stipetto non quelle sottomarche che prendono quelli che conosci tu. Vai con qualcuno?"
Aveva capito solo stipetto e qualcuno, il Tancredi "Pensavo di chiedere a Pellegrino".
Borbottando più in fretta, capacità che l'uomo col naso nelle notizie d'attualità non era mai riuscito a comprendere nei 55 anni di matrimonio "Quello del cinema Perla, bella roba... Fatti tuoi. Ah, poi non scordare il cambio del pannolone. E il criceto".
Nel giornale si diceva che a Villasanta, in provincia di Monza e Brianza dove il Tancredi aveva lavorato tutta la vita per un impresario del posto il Signor Milvio Abbraccioni, stavano ingaggiando pensionati per sorvegliare i cantieri.
Fu così che Tancredi iniziò a far bagagli “Starò una settimana e andrò a dormire da Paltroniero, che è tanto che non lo vedo. Chissà se ha ancora la sala da ballo alla boccifila…”.
Prese il telefono ma cominciò ad ondeggiare "Oh, un colpo di vertigine". Invece era il terremoto, tipo un solo botto e via! L'idea allora gli venne, di prendere la moto ma Tanzia con le mani ai fianchi “Non ci pensar nemmeno: non senti, vedi poco… e dove vai a farla ogni mezz'ora, lungo i fossi?".
"Dimentichi che uso il pannolone, vado diretto in men di un' ora".
Così di notte, tanto non ci vedeva, zaino in spalla sopra la rombante vespa verde Tancredi partì.
Tanzia piangeva, già lo vedeva al cimitero.
All'alba i due ultra settantenni -si, perché Pellegrino stava al Perla solo per una cotta per Clara – arrivarono a Villasanta. Nessuno era in giro, solo un bar pareva aperto. Pellegrino con un gran male alle natiche “Ci facciamo un goccetto?”. Ma il Tancredi “Fai pure, io metto miscela al vespone”.
Non fu difficile trovare il municipio, era bastato seguire la fila infinita: il comune aveva indetto una selezione e c’era un fiume di persone, ognuno con una professione e un'esperienza alle spalle. C'erano ex falegnami, idraulici, elettricisti tutti scelti per le loro capacità di visionare gli operai nei cantieri. A Pellegrino non andò bene nonostante le sue indubbie competenze come osservatore e scorritore di tende, prese il treno e salutando l'amico dal finestrino gli disse solo "Tu, fai pure".
Tancredi invece venne subito assunto grazie ai suoi 35 anni come sniffer di carta igienica, certo ai suoi tempi non si usava l'inglese e si diceva annusatore. Il Comune lo aveva voluto per quelle leggi per la sicurezza sul lavoro, lui che vantava un olfatto molto sviluppato oltre all'attenzione ai dettagli e una grande capacità di lavorare in ambienti industriali.
Trascorsa la settimana tornò come era venuto e davanti casa scendendo dalla vespa si sentì sfiorare la guancia, come se il marciapiedi lo accarezzasse: aveva scordato il cavalletto.
Appena entrò in casa, un odore di barbabietole lo accolse…
Non appena entrò, una risata tanto forte che le protesi alle orecchie saltaron via e chissà per dove!
Un bar aperto, risata da gaglioffo, ma deserto. Nessuno intorno. Di nuovo si sentì ondeggiare, forse una vertigine. Ma no, si disse, il bar si sollevava. Dalla finestra vide allora le cime degli alberi, i tetti delle case e dopo uno scossone gli parve di atterrare su... su un cantiere!? Un buco nero tutto recintato, e un cartello con su scritto Per gli umarell: posizionarsi sul trenino a lato del cantiere che così guardate e non parlate, farete giri dei cantieri.
Ma nel vagone Tancredi vide solo sagome di cartone… chi rideva, chi piangeva, uno anche faceva bolle di sapone. "Ma, ma" si disse piano "dove son mai capitato?”.
Stava accanto a quello delle bolle, tutto marrone e con le scarpe rotte. Uno scossone, e via col vento in poppa; il treno filava sulla terra che aveva buchi come groviera, ma di operai nemmeno l'ombra.
"Cosa mai sta succedendo… ecco, di nuovo un attacco al cuore. Adesso muoio, da solo. Qui dentro una bolla!".
“Ma cosa sbiascichi” Tanzia con la pentola delle barbabietole “stai via una settimana, torni e ti metti a dormire sul water. Ti svegli, e straparli?! Fai, fai pure…”.
(Le giornate del Tancredi in pensione)
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