L\'uomo che conobbe Don Chisciotte due
Oramai erano passati quasi 30 giorni.
Mi svegliai presto la mattina assaporando l'aria mattutina.
Fuori tutt'attorno un bosco di pioppi e betulle.
Un viale di glicini, il fiume che scorrendo faceva rumore, la pala del mulino che girava.
Su in lontananza una collina dove c'era un piccolo cimitero e una chiesetta primeggiava.
Psi: tutti i giorni vedevo un vecchietto che portava i fiori in una tomba e in ginocchio pregava.
In garage avevo trovato una vecchia moto guzzi, nera, motore cinquecento e sidecar, nel frattempo, l’avevo rimessa in funzione.
Facendo tutte le pratiche automobilistiche necessarie, per poterla usare.
Quindi decisi di fare una capatina in paese per acquistare qualche mobile d'antiquariato.
Tavoli e sedie, divani ecc.
Mi piaceva l'idea di vivere lì nel casale.
Le stanze
Tre camere da letto, una matrimoniale, due singole, giuste una per me e mia moglie, una per la domestica, l'altra per nostra figlia che viveva in Inghilterra, ma sarebbe venuta per le ferie.
Cucina moderna con tutto l'occorrente
Ma piatti e bicchieri tutto era prettamente antico.
Salone:
Tavolo tondo e sedie appena comprati, divano ecc.
Avevamo deciso per il momento niente televisore.
Ma c'era un giradischi alcuni dischi in vinile, una radio funzionante.
Poi una bella libreria con tanti libri.
La cantina.
Botti e tini, un forno a legna, un lavandino e un bagno con solo il vaso.
Ci sistemai un tavolo da tre metri e 12 sedie per poter passare qualche ora con gli amici.
Il garage, la moto, e la mia Mercedes duemila.
Dopo pranzo decisi di salire su in solaio dove, avevo sistemato tutto l'occorrente per dipingere, una piccola libreria una poltrona vari cavalletti non mancava la tavolozza, dove avrei potuto dipingere e disegnare.
Ripresi di nuovo il manoscritto dove avevo lasciato...
Un segnalibri un foglio piegato, trovato dentro lo stesso libro.
Aprendo c'erano dei disegni fatti a mano incomprensibili, al mio occhio ,un mulino a vento, una cassa, una fiume un albero con disegnata una ixic.
Ma non gli diedi molta importanza.
Il racconto riprendeva così!
Tutto il paese oramai conosceva Don Chisciotte le sue disdicevoli parole.
Accompagnato dal sua Fedele Sancio, si sentiva uno sparviero:
Dicendo:
Voi che dite che abbiate ragione, Guai a voi, guide cieche è di falsi profeti , Se giurai nel tempio, non volli, mai tornare indietro, visto che piuttosto che sbagliare, da questo giorno sono il vero Don Chisciotte? perché sono vecchio? Probabilmente qualcuno se l'è fatta sotto dalla rabbia visto che vincitore della Cavalleria sono io? Così resta inteso Amico mio, Sancio quindi non aver paura, insieme abbiamo affrontato sfide peggiori, lo parlo e con la spada colpisco.
Ora potresti metterti da parte per non farti molto male.
Ora di grazia mi scusi madonna (rivolto verso un irto albero di pino) sono afflitto, rubando ogni cuore, mia signora mia, Dulcinea.
Vedette (indicando un sacco di grano buttato messo li per terra) è morto questo cavaliere grosso che vi importunava, ora infilzato della mia spada.
Una fanciulla che gli ballava attorno, come un'odalisca, mentre un pastore sordomuto guardando la scena compiaciuto.
Correndo e cavalcando e urlando come un pazzo non fu per lui certo un sollazzo.
Sancio mio amico e servitore ora prendo alcune felci e mi punisco, fumigandomi le spalle fino a farle sanguinare …
No mio signore non lo fate vedrete che poi saranno belle giornate e incontreremo nuove avventure!
Leggendo mi sono meravigliato perché sembra che Sancio si immedesimava bene nella sua parte con arte.
Poi rivolto a Sancio
Non essere ridicolo tu non puoi capire quanto io sia forte nella divina sorte aspettare con onore la morte.
E non è certo una commedia se prendo come una sella, una sedia
Un coperchio di pentola per scudo? non sono pazzo lo giuro.
Basta questa è follia lei e fuori di testa grattandosi la testa.
Non dubitare mio Sancio noi assieme faremo storia.
E brandendo la spada verso il cielo sbraitando.
Io cavaliere d'avventura di bell'aspetto, in attesa che la mia principessa arrivi al mio cospetto e presto sarò il mio diletto.
La mia non è una messinscena teatrale e neanche costume di carnevale.
Mentre un gruppo di corvi neri passano di lì disse: Lì vedi Sancio quelli lì?
Sono I guerrieri nemici del castello, ora capisci il mio fardello?
Sancio grattando di nuovo la testa passo, nell'altra tasca una moneta dicendo ho perso la scommessa.
Ora chiudo ma la prossima volta dovrò tornare.
Voto: | su 0 votanti |
presto scriverò il terzo episodio
dando il tempo ai controllori dell'originalità dell'opera.