Maschere
dietro la maschera
con forme animalesche
mentre l’animale si nasconde
nella natura, tra i rovi e i rami.
Infinite lievitazioni
alla ricerca di paure nascoste,
ombre che vagano nella notte,
visioni arcaiche
ancora presenti nei nostri giorni.
E così, l’uomo e l’animale,
entrambi cercano rifugio,
nella vastità della natura,
nel cuore della notte.
Ma non importa quanto
ci si nasconda,
le paure rimangono,
come ombre nella notte.
Eppure, c’è bellezza
in questa danza eterna,
un richiamo all’antico,
un richiamo alla vita
dentro la foresta.
Voto: | su 4 votanti |
Questa poesia era dedicata per una mostra
Nel lontano 1980, essendo un artista del legno, producevo le maschere Boes tipiche di Ottana policrome e le mandavo in tutto il mondo. Erano in legno di pero. Poi mi venne un’idea: pensando che l’uomo si mimetizza con la maschera, il viso e i costumi di pelliccia di montone per apparire come fosse un bue, io nello stesso tempo ideai che anche l’animale nella foresta si mimetizza con le foglie e addirittura sopra le maschere scolpii altri animali tipo lucertole o pipistrelli che anche l’oro si mimetizzano contemporaneamente. Poi vari ancora con foglie di mirto o di ginepro scolpiti in basso rilievo. E feci una mostra alla Biennale di Sassari con grande successo.
Questa poesia era dedicata per una mostra
Nel lontano 1980, essendo un artista del legno, producevo le maschere Boes tipiche di Ottana policrome e le mandavo in tutto il mondo. Erano in legno di pero. Poi mi venne un’idea: pensando che l’uomo si mimetizza con la maschera, il viso e i costumi di pelliccia di montone per apparire come fosse un bue, io nello stesso tempo ideai che anche l’animale nella foresta si mimetizza con le foglie e addirittura sopra le maschere scolpii altri animali tipo lucertole o pipistrelli che anche l’oro si mimetizzano contemporaneamente. Poi vari ancora con foglie di mirto o di ginepro scolpiti in basso rilievo. E feci una mostra alla Biennale di Sassari con grande successo.
Questa poesia era dedicata per una mostra
Nel lontano 1980, essendo un artista del legno, producevo le maschere Boes tipiche di Ottana policrome e le mandavo in tutto il mondo. Erano in legno di pero. Poi mi venne un’idea: pensando che l’uomo si mimetizza con la maschera, il viso e i costumi di pelliccia di montone per apparire come fosse un bue, io nello stesso tempo ideai che anche l’animale nella foresta si mimetizza con le foglie e addirittura sopra le maschere scolpii altri animali tipo lucertole o pipistrelli che anche l’oro si mimetizzano contemporaneamente. Poi vari ancora con foglie di mirto o di ginepro scolpiti in basso rilievo. E feci una mostra alla Biennale di Sassari con grande successo.
Counque sia: piaciuta molto!