Cagliari castello Via Santa Croce
armature scintillanti,
uomini dai guanti bianchi.
Ululati nella notte,
rumori da tombe.
Stridono le catene,
si spengono le candele,
immergendo la sera nel buio.
Lady Godiva sul cavallo bianco,
uno stallone di riguardo,
volge il suo sguardo,
chiedendo scusa per il ritardo.
Ma nelle notti chiare,
ecco il fantasma che appare,
svolazzando tra le strade anguste,
con urla simili a locuste.
Tenebroso amante,
che cerca nelle stanze buie,
una principessa tenera,
morta in circostanze oscure,
forse uccisa da un amante.
Notti da lupi, cieli cupi,
tra orridi dirupi.
Ragnatele ovunque,
da anni non piove.
Ma il discendente fa le prove,
sa che prima o poi morirà.
Spiriti della notte,
fino al sorgere del sole,
dove il tempo consuma la sua prole.
E io, viandante senza parole.
posso portare le prove.
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Ho preso una torcia e sono entrato nel passaggio. Era stretto e umido, con l’odore della terra vecchia. Ho camminato per quello che sembrava un’eternità, finché non ho raggiunto una porta di legno antica. L’ho aperta e sono entrato in una stanza segreta.
La stanza era piena di oggetti antichi, probabilmente la refurtiva dei ladri di cui avevo sentito parlare. Ma quello che mi ha colpito di più è stato un vecchio ritratto appeso alla parete. Raffigurava una donna in un abito del 700, proprio come quelli che mi sembrava di vedere.
Da quel giorno, ho iniziato a dipingere ritratti di persone in abiti del 700, ispirandomi al ritratto che avevo trovato. Le mie opere hanno iniziato ad attirare l’attenzione di molte persone e la mostra è diventata molto popolare.
E così, le storie di fantasmi che avevo sentito sono diventate una fonte di ispirazione per il mio lavoro. Anche se non ho mai più sentito rumori di carri e cavalli, o visto persone in costumi del 700, le storie che ho sentito rimarranno sempre con me, ricordandomi quel periodo speciale della mia vita.
Francesco Cau Podda
Nel lontano 1990, proprio lì dove vedi la foto in Via Santa Croce, ho tenuto una mostra di sculture in legno per 20 giorni. Ogni giorno facevo la conoscenza degli abitanti locali e ognuno di loro mi raccontava una storia di fantasmi.
Uno degli abitanti del piano superiore mi raccontò che di notte sentiva rumori di carri e cavalli. Proprio lì, c’erano ancora le mangiatoie. Tuttavia, un’altra versione sosteneva che erano i ladri che avevano il loro covo lì, dove portavano il bottino. C’era un passaggio che portava su in un tunnel che sbucava al Bastione San Remy.
Ascoltando tutte queste storie, quando rimanevo da solo, mi sembrava di vedere persone in costumi del 700. Naturalmente, il locale era stato restaurato, ma il passaggio era ancora lì.
Un’altra storia riguardava l’angolo esterno chiamato “Su Callenteddu”, così chiamato perché d’inverno, in quel punto preciso, c’era il sole che riscaldava i passanti.
Dopo aver ascoltato tutte queste storie, ogni notte, men