A voi stelle che vegliate e custodite i sogni miei, fate sì che non scompaiano nel buio della notte o muoiano alle prime luci dell'alba.
Che possiate allearvi col vento per soffiare via ogni incertezza e ogni amarezza che alberga nell'animo mio....
(continua)
Quando si è in uno stato di difficoltà e di bisogno, impauriti e deboli mentalmente, ci sono aguzzini spietati pronti ad approfittare della situazione. A volte si nascondono dietro sistemi più complessi, che attraverso i mezzi di comunicazione, esercitano un sottile potere di plagio. Il loro scopo è creare confusione, paura e preoccupazione. Altre volte invece, sempre con gli stessi mezzi, creano falsi miti di felicità e di benessere, cercando di manipolare ad ogni costo la mente delle persone, con cose effimere e illusorie....
(continua)
Piove a dirotto. Nella casa tutti siamo in agitazione, perché attendiamo la nascita della prima nipotina.
Non è solo Lia ad avere le doglie, anche io partecipo in modo piuttosto coinvolgente.
Toccherà a me portarla in Ospedale, con la mia Maggiolino nera,che urla anche lei strada facendo.
Non preoccuparti amore, inspira ed espira lentamente, sopporterai meglio i dolori.
Finalmente l'ospedale...Presto dottore, la aiuti!
Un bacio e la promessa di aspettarla fuori la sala parto.
Mi raggomitolo su me stessa per non sentire le urla di mia figlia..
Poi, finalmente, silenzio.
Si è compiuto il miracolo della vita....
(continua)
"Il re è deposto!" urla lo strillone nelle piazze e per il reame.
Re D. è stato allontanato per volere della sovrana.
La regina madre ha spalleggiato la decisione, il padre ha appoggiata la scelta della reggente.
Del re privato del nome resta la D. ,lui che regnava tra la pace delle mura in una serena famiglia ora abita il podere appena fuori dal regno.
I prìncipi chiedono sovente di far visita al padre ora che a palazzo si sentono all'addiaccio anche al calore del sole.
Lì al podere quando stanno assieme, D. ritrova le lettere del suo nome.
(dalla raccolta Di spalle al Padreterno)... (continua)
Che bella la gita delle medie a Bologna, che avrei rivisto una quindicina di anni dopo con ben altro spirito.
Un lughissimo viaggio in treno e poi in fila per due, anche se “a Bologna non si perde neanche un bambino.”
Nella città delle torri e del voltone del Podestà, dove ci si parla da un angolo all'altro facendo riverberare la voce attraverso gli archi. Della piazza Maggiore, delle scalinate di San Petronio, dove pranzammo al sacco con gli immancabili panini imbottiti al prosciutto, e dei chilometri di portici cosce: rossi, fetali e affascinanti.
Mai però come lo era Susi......
(continua)