Parole in libertà
Scrittura Creativa |
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Lista Generale |
L'ULTIMA NOTTE "Guardò fuori dalla finestra della camera di letto.
Sapeva che quella sarebbe stata l'ultima notte della sua vita" in quella casa. Quante volte si era fermata davanti alla finestra a guardare i monti di fronte a lei, era il panorama più bello che le fosse mai apparso davanti agli occhi. Ogni giorno quei monti cambiavano colore, ad ogni stagione cambiavano aspetto, ma erano sempre là, immutati nel tempo. La neve li imbiancava tutti in inverno, la primavera scioglieva la neve e la bella stagione faceva sfavillare il verde dei prati ricoperti di crochi e di margherite bianche e gialle, l’autunno spogliava tutti gli alberi che il vento sparpagliava ovunque. Si era abituata a quello spettacolo sempre uguale ma sempre diverso. Aveva dato per scontato che quella sarebbe stata sempre la sua casa, ma ora invece era venuto il momento di dire addio a tutto questo e soprattutto di dire addio a quello che per tanti anni aveva ritenuto l’unico uomo della sua vita. Tutto era co... (continua) Roberta Sbrana 20/07/2013 - 00:04 commenti 0 - Numero letture:1370 Argomento: INCIPIT
Un giorno della vita Guardò fuori dalla finestra della camera da letto. Sapeva che quella sarebbe stata l'ultima notte della sua vita."
Lo sapeva o lo supponeva... Il destino aveva scelto quel giorno, e dopo aver fatto il suo dovere di insegnante, aveva seguito e svolto gli esami di stato; poteva rifiutare, aveva un alibi. Un'operazione urgente da fare... Rosa non aveva mai pensato di non portare a termine il suo lavoro. Prendendo la storia tra le mani, scrisse di te, col cuore in gola. Voleva sapessero tutti, nel caso il mondo non rotolava più, le sue parole erano per lui. Incominciò a guardare con occhi diversi le sensazioni sino ad allora provate, con un pochino di paura. La notte si spegneva dietro le sue luci artificiali e la luna risplendeva di quella luce che mai aveva fatto presagire che il cielo fosse schiarito a giorno. Le ore interminabili si contavano ad ogni tocco dell'ora, e Rosa, aveva dato l'ultimo sguardo al mondo prima di chiudere il sipario del suo vivere. Buia la stanza... (continua) Maria Rosaria Bottigliero 19/07/2013 - 15:59 commenti 5 - Numero letture:1669 Argomento: INCIPIT
Divento memoria Guardò fuori dalla finestra della camera di letto. Sapeva che quella sarebbe stata l'ultima notte della sua vita. Le mani scivolarono sul vetro appannato dal freddo lasciando solchi sgocciolanti pieni di rimpianti. La donna stava fissando la strada che l'aveva guardata crescere, cambiare, diventare madre. Aveva sempre risposto in quel viale alberato ogni aspettativa futura, la serenità di cui la sua vita aveva bisogno. Non aveva mai osato spingere oltre quelle poche case neppure una vaga ambizione. Ora tutto quello che riusciva a vedere tra le luci delle macchine che sfocavano a causa della pioggia erano dolori e sogni spezzati a metà. Il suo viso non era più così giovane ma aveva comunque conservato gran parte della sua originaria bellezza. La notte era ormai cominciata da un pezzo eppure tutte le luci nella casa erano spente, la poca luce che filtrava dalle finestre era appena sufficiente ad illuminare i contorni delle cose. Nulla sembrava vivere tra quelle mura, neanche la donna che... (continua)
Simone Coriandoli 12/07/2013 - 22:19 commenti 0 - Numero letture:1460 Argomento: INCIPIT
I quattro moschettieri Dopo tanti anni i quattro moschettieri si sarebbero ritrovati. Li avevano sopranominati così al paesello, un antico e vecchio borgo dove le casupole erano strette come le celle di un alveare e nel silenzio della notte quando i cani smettevano di latrare potevi chiaramente percepire il respiro di chi abitava nella casa affianco. Mario, Danilo, Francesco e il Severino ritornavano al paese dopo anni, per dare l’ultimo saluto all’uomo che era stato l’artefice del loro destino, l’uomo che si era preso cura di loro supportandone il carattere non facile e che con la pazienza e la perseveranza propria dell’uomo di fede era riuscito a incanalare la loro esuberanza dando loro occasione di divenire degli uomini responsabili. Il Don, lo chiamavano così da bambini e avevano continuato a farlo nel tempo, era il padre che avrebbero voluto, il padre pronto a ascoltarli a consolarli ma anche a dare buoni consigli a tirar loro bonariamente le orecchie se necessario, senza mai essere troppo severo. Mario... (continua)
Claretta Frau 27/06/2013 - 19:09 commenti 1 - Numero letture:1396 Argomento: LA CONVERSAZIONE
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